Capita all’improvviso: cammini in bagno, senti un suono “vuoto” sotto i piedi e ti chiedi perché si staccano le piastrelle, cosa lo provoca davvero, e soprattutto se è colpa tua o del materiale. La verità, quella un po’ scomoda, è che nel grande romanzo delle ristrutturazioni spesso il colpevole non è la piastrella, ma la posa. E quando qualcosa nella posa è stato fatto di fretta, o “a occhio”, prima o poi la superficie presenta il conto.
Il segnale che non andrebbe ignorato: il suono cavo
Il distacco raramente è un colpo di scena. Di solito arriva in anticipo con piccoli indizi:
- rumore a vuoto battendo con le nocche
- micro crepe lungo le fughe
- piastrelle che “ballano” appena, soprattutto vicino a spigoli e soglie
- fughe che si sbriciolano o cambiano colore in modo irregolare
Quando senti quel suono cavo, spesso sotto c’è una sacca d’aria: un punto senza adesione, che col tempo diventa una frattura.
La causa più comune: errori di posa (e non “sfortuna”)
Qui si gioca la partita. La maggior parte dei distacchi nasce da tre situazioni tipiche.
1) Fughe troppo piccole o assenti
Le fughe non sono un dettaglio estetico, sono una valvola di sfogo. Se sono insufficienti (in genere almeno 1-1,5 mm, poi dipende dal formato e dal supporto) le piastrelle non riescono ad assorbire movimenti e assestamenti. Con il tempo entrano in scena le tensioni, incluse quelle da dilatazione.
Risultato: le piastrelle si “spingono” tra loro, la colla lavora male e può cedere.
2) Colla distribuita male e sacche d’aria
Un errore molto diffuso è la colla messa “a punti” o in modo disomogeneo, specialmente con piastrelle porose o grandi formati. Se sotto restano vuoti, ogni carico (una persona, una sedia, uno sbalzo termico) insiste sempre sugli stessi punti.
Cosa funziona meglio:
- spatola dentata adeguata
- strato uniforme
- quando serve, doppia spalmatura (colla anche sul retro della piastrella)
3) Temperatura di cantiere sbagliata
Lo so, sembra una finezza, ma fa la differenza. Con troppo caldo, la colla o lo stucco “tirano” troppo in fretta e non fanno presa come dovrebbero. Con troppo freddo, l’indurimento rallenta o si blocca, e in casi estremi l’umidità può creare problemi durante la maturazione. È uno di quegli errori invisibili che emergono mesi dopo.
Quando il problema è la stuccatura (e si porta dietro tutto)
La stuccatura non serve solo a “chiudere i buchi”, contribuisce alla stabilità dell’insieme. Se è miscelata male, lavorata con acqua a caso o applicata in condizioni non idonee, può:
- creare bolle e porosità
- asciugare in modo irregolare, generando tensioni
- lasciare residui che, oltre all’estetica, diventano punti deboli
Un dettaglio spesso sottovalutato è la miscelazione: meglio a bassi giri, con frusta adatta, rispettando tempi di riposo e re-impasto se previsti dal prodotto.
Il supporto: pulizia e planarità non sono optional
Puoi usare anche la migliore colla del mondo, ma se sotto c’è polvere, pittura friabile, un massetto non stagionato o una parete irregolare, l’adesione è una promessa che non regge.
Occhio a questi casi:
- supporti sporchi o troppo assorbenti non trattati
- strati di colla troppo spessi (oltre il necessario)
- sottofondi con micro cavità che intrappolano aria e umidità
Come prevenire davvero (e cosa fare se il distacco è già iniziato)
Se stai per posare o rifare un’area, tieni a mente questa mini checklist:
- Superficie preparata: pulita, stabile, livellata, primer quando serve.
- Fughe sempre presenti, proporzionate al formato.
- Colla stesa uniforme, niente “punti” improvvisati.
- Tempi e temperature rispettati, senza accelerare asciugature.
- Stuccatura corretta: miscela omogenea, pulizia subito dopo.
Se invece una piastrella è già “vuota”, il consiglio pratico è non aspettare che si rompa: spesso conviene farla rimuovere e riposare, verificando quanta superficie è interessata. Nei casi dubbi, un posatore certificato può capire al volo se è un problema localizzato o strutturale, e questa diagnosi vale più di mille tentativi alla cieca.




