Accedere alla pensione con soli 25 anni di contributi rappresenta un’opportunità significativa nel sistema previdenziale italiano contemporaneo. La pensione anticipata contributiva è l’opzione principale per chi ha versato almeno 25 anni di contributi e appartiene al sistema interamente contributivo. Dal 2025, questa strada è diventata ancora più accessibile grazie all’integrazione con la previdenza complementare, che consente di cumulare i montanti versati nei diversi fondi. Se possiedi 25 anni di contributi, sei nato dopo il 1995, hai 64 anni e un importo di almeno 1.616,04 euro mensili (tre volte l’assegno sociale nel 2025), puoi andare in pensione anticipata nonostante non abbia raggiunto i 67 anni di età ordinaria. Questa opzione offre flessibilità crescente, sebbene con vincoli specifici da rispettare fino al raggiungimento dell’età pensionabile standard.
I requisiti essenziali della pensione anticipata contributiva
Per accedere alla pensione con 25 anni di contributi, devi soddisfare contemporaneamente quattro condizioni fondamentali. In primo luogo, l’età minima è fissata a 64 anni: non esiste eccezione a questo limite anagrafico. In secondo luogo, devi aver maturato esattamente almeno 25 anni di contributi effettivi, un requisito che aumenterà a 30 anni a partire dal 2030. In terzo luogo, devi appartenere al sistema interamente contributivo, il che significa che non hai versato alcun contributo prima del 1° gennaio 1996. Infine, l’importo della tua pensione lorda deve raggiungere almeno tre volte l’assegno sociale, ossia 1.616,04 euro nel 2025, ma non può superare cinque volte il trattamento minimo (3.082,85 euro).
Il calcolo dell’importo minimo
Il calcolo degli importi soglia rappresenta l’elemento più critico per l’accesso. L’importo minimo richiesto è direttamente collegato all’assegno sociale, che varia annualmente. Nel 2025, moltiplicato per tre, il risultato è 1.616,04 euro mensili lordi. Tuttavia, dal 2030 questa soglia salirà a 3,2 volte l’assegno sociale, rendendo leggermente più stringente l’accesso alla pensione anticipata.
Limite massimo e decadenza della soglia
La pensione anticipata contributiva non può mai superare cinque volte il trattamento minimo, equivalente a 3.082,85 euro mensili nel 2025. È importante sottolineare che questo tetto massimo cade al raggiungimento dei 67 anni, quando la norma della vecchiaia consente di percepire l’intero importo maturato senza alcun limite massimo.
La grande novità: integrazione della previdenza complementare
La Legge di Bilancio 2025 introduce un’innovazione cruciale: la possibilità di cumulare la rendita della previdenza complementare con i contributi versati nella previdenza pubblica ai fini del raggiungimento dell’importo soglia. Questa integrazione consente ai lavoratori aderenti a un fondo pensione di raggiungere i 1.616,04 euro mensili necessari anche se la sola previdenza pubblica non raggiungerebbe tale importo. Un lavoratore che ha versato 25 anni di contributi negli ultimi decenni può ora combinare la rendita stimata dalla previdenza complementare con la pensione pubblica calcolata dal sistema contributivo.
Chi beneficia maggiormente
Beneficiano principalmente di questa novità i lavoratori con carriere miste o aderenti a fondi pensione complementari da tempo. Chi ha sottoscritto un fondo di previdenza complementare negli ultimi 15-20 anni e ha accumulato un montante significativo può compensare un importo pubblico leggermente inferiore al minimo richiesto.
I vincoli critici fino ai 67 anni
Accedere alla pensione anticipata a 64 anni comporta vincoli significativi fino ai 67 anni. È presente un divieto assoluto di cumulo con redditi da lavoro dipendente: se percepisci la pensione anticipata, non puoi contemporaneamente lavorare e percepire uno stipendio. L’unica eccezione riguarda il lavoro autonomo occasionale, ammesso entro il limite annuo di 5.000 euro lordi. Questo vincolo decade automaticamente al compimento dei 67 anni, quando la pensione ordinaria entra in vigore.
Situazioni particolari: donne con figli
Le donne con figli beneficiano di soglie ridotte rispetto agli uomini. Una donna con un figlio necessita di un importo pari a 2,8 volte l’assegno sociale, mentre una donna con due o più figli richiede solo 2,6 volte l’assegno sociale. Questa riduzione rende l’accesso alla pensione anticipata contributiva più agevole per le madri, compensando parzialmente il costo opportunità della maternità nel corso della carriera lavorativa.
Comprendere queste regole è essenziale per pianificare consapevolmente il proprio ritiro dal mercato del lavoro, specialmente considerando i cambiamenti normativi che entreranno in vigore entro il 2030.




