Perché si formano le crepe nei muri? Ecco quando devi preoccuparti

Le crepe nei muri hanno un modo tutto loro di farsi notare: magari le scopri una sera, con la luce di taglio, e all’improvviso ti sembra che siano lì da sempre. Il punto è che non tutte raccontano la stessa storia. Alcune sono solo un “respiro” dei materiali, altre invece sono il primo segnale che qualcosa, sotto o dentro la casa, si sta muovendo davvero. E sì, ci sono casi in cui devi preoccuparti.

Perché compaiono: le cause più comuni (e più sottovalutate)

1) Il terreno cambia, e la casa lo segue

Sotto le fondazioni il suolo non è mai completamente “fermo”. Se il terreno, soprattutto argilloso, si asciuga molto (siccitá) tende a ritirarsi, se invece si imbibisce (piogge intense) può rigonfiarsi. Questo crea cedimenti differenziali, cioè una parte della casa scende o si alza più dell’altra, e i muri si fessurano per “scaricare” la tensione.

A volte c’entrano anche:

  • abbassamento della falda,
  • prelievi idrici,
  • grandi alberi vicini che prosciugano il suolo.

2) Acqua dove non dovrebbe esserci: perdite e drenaggi

Questa è una delle cause più insidiose, perché agisce lentamente. Una grondaia che scarica male, un pluviale rotto, una tubazione che perde possono saturare o erodere il terreno vicino alle fondazioni. Il risultato può essere una perdita di portanza o piccoli vuoti che, col tempo, diventano crepe ben visibili.

Segnale tipico: fessure vicino a zone esterne dove ristagna acqua, o che peggiorano dopo periodi piovosi.

3) Assestamenti, ristrutturazioni e sovraccarichi

Dopo la costruzione, o dopo lavori importanti, un edificio può attraversare una fase di assestamento. Anche interventi interni (spostare tramezzi, aprire varchi, modificare carichi) o solai troppo elastici possono produrre fessurazioni. Non sempre è pericoloso, ma va capito se il movimento è finito o è ancora in corso.

4) Temperatura e umidità: la “vita normale” dei materiali

Intonaco, laterizio e calcestruzzo reagiscono in modo diverso a caldo, freddo e umidità. Questo può generare microfessure superficiali, spesso sottilissime, specie in corrispondenza di giunti o cambi di materiale. È il lato più “quotidiano” del problema, vicino al tema della dilatazione termica.

5) Errori costruttivi e degrado nel tempo

Malte scadenti, dettagli eseguiti male, armature insufficienti, oppure umidità di risalita e corrosione possono far nascere o peggiorare crepe già presenti. Qui la fessura è spesso solo la punta dell’iceberg: sotto c’è un materiale che si sta indebolendo.

Quando devi preoccuparti davvero: i segnali che contano

Non è solo “quanto è grande” la crepa, ma come è fatta e come cambia.

Forme e direzioni sospette

  • Crepe oblique a 45° vicino agli angoli di porte e finestre: spesso indicano tensioni da movimento strutturale o fondazioni.
  • Crepe a gradino su muri in mattoni o blocchi: tipiche dei cedimenti differenziali.
  • Crepe orizzontali su muri portanti: da valutare con urgenza, possono indicare spinte o perdita di capacità portante.

Ampiezza e velocità: l’evoluzione è la vera spia

Una fessura “capillare” e stabile è spesso estetica. Una crepa che in poche settimane si allarga, o supera soglie indicative come 5–10 mm, merita attenzione immediata. La regola pratica è semplice: se cresce, parla.

Segnali “di contorno” che non vanno ignorati

  • porte/finestre che non chiudono più,
  • pavimenti che “tirano” o presentano avvallamenti,
  • crepe diffuse su più pareti e più stanze,
  • umidità, sali, distacchi d’intonaco vicino alle lesioni.

Cosa fare, in ordine di priorità (senza farsi prendere dal panico)

1) Monitora con metodo

Segna la crepa a matita con data, oppure usa un piccolo fessurimetro (anche economico). Misura larghezza e lunghezza ogni 1–2 settimane. Qui la parola chiave è monitoraggio: ti dice se il fenomeno è attivo.

2) Controlla le cause “facili” prima di tutto

  • pluviali e grondaie,
  • scarichi esterni,
  • eventuali perdite in bagno/cucina,
  • ristagni vicino alle fondazioni,
  • presenza di grandi radici o alberi molto vicini.

3) Chiama uno specialista quando serve

Se la crepa è orizzontale, molto ampia, in rapida evoluzione, o accompagnata da deformazioni, serve un ingegnere strutturista (e, se necessario, un geotecnico). Gli interventi possibili vanno dal drenaggio al consolidamento delle fondazioni (iniezioni, micropali, sottofondazioni), ma devono seguire una diagnosi, non un’ipotesi.

4) Ripara solo quando sei sicuro che sia stabile

Sigillare e tinteggiare una crepa attiva è come mettere un cerotto su una porta che continua a sbattere: durerà poco. Prima si capisce la causa, poi si fa la finitura.

Alla fine, la differenza tra una crepa “banale” e una seria sta tutta in questo: stabilità nel tempo e coerenza dei sintomi. Se impari a leggerle, ti accorgi che i muri non stanno solo “rompendosi”, stanno comunicando. E tu puoi rispondere nel modo giusto.

CastellaPress

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